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venerdì 7 settembre 2012

Diaframma, tempo d'esposizione e ISO

Buongiorno a tutti,
oggi vedrò di fare un pò di chiarezza sul concetto di Diaframma, Tempo d'Esposizione e ISO. 

Questi tre concetti sono il triangolo fondamentale di ogni scatto, cerchiamo quindi di capire cosa indicano.

DIAFRAMMA (E' quel valore f/x che trovate scritto negli obbiettivi): Indica l'apertura dell'obbiettivo, mi spiego meglio, ogni obbiettivo è un cilindro all'interno del quale passa la luce per arrivare al sensore. Se noi chiudiamo questo cilindro lasciando aperta una fessura chiaramente il fascio di luce che passerà sarà minore viceversa il fascio di luce sarà maggiore. Il concetto può essere chiarito meglio ponendo l'esempio di un circuito idraulico. L'obbiettivo è il nostro tubo e il livello di apertura del diaframma corrisponde al diametro del nostro tubo. Chiaramente con un diametro minore la quantità di acqua che passerà sarà minore e viceversa. 

TEMPO DI ESPOSIZIONE (Viene indicato in frazioni di secondo per tempi inferiori ad 1 sec. Esempio: 1/250): Indica il lasso di tempo durante il quale l'otturatore rimane aperto. Sempre ritornando al nostro circuito idraulico il tempo d'esposizione corrisponde al lasso di tempo in cui lasciamo il rubinetto aperto. Più tempo lo lasceremo aperto e maggiore sarà la quantità di acqua che passerà e viceversa.

ISO: Indica la sensibilità del sensore della macchina fotografica alla luce. Più alti saranno gli ISO più il nostro obbiettivo sarà sensibile alla luce cioè sarà più facile impressionare l'obbiettivo con il fascio di luce.


Ok queste definizioni scolastiche sono molto belle, ma non ci ho capito niente. Vediamo quindi di chiarire i concetti praticamente e cerchiamo di capire cosa comporta la variazione degli stessi. 


DIAFRAMMA: A prescindere dal tecnicismo del concetto, in pratica l'apertura del nostro diaframma influisce sulla profondità di campo del nostro scatto. Un diaframma molto aperto (f/1.8) darà una profondità di campo molto bassa quindi se mi trovo nella situazione in cui voglio fare un primo piano ad un soggetto e lasciare sfocato lo sfondo imposterò il mio diaframma sul valore f più basso consentito e otterrò questo risultato.
Rispettivamente un diaframma molto chiuso (f/11) darà una profondità di campo molto alta quindi se mi trovo nella situazione in cui voglio immortalare un panorama mettendo a fuoco tutti i soggetti inquadrati chiuderò il mio diaframma e otterrò il risultato desiderato.

TEMPO DI ESPOSIZIONE: Anche qui lasciamo il concetto tecnico ai guru della fotografia e agli ingegneri che hanno progettato la nostra macchina fotografica e concentriamoci sull'applicazione pratica.
In questo caso gli esempi tipici sono due, se voglio fotografare un treno in corsa e bloccarne il movimento o bloccare una goccia d'acqua in caduta dovrò utilizzare dei tempi di scatto molto elevati (1/1250 - 1/2000 etc.) se invece voglio dare un effetto mosso al mio soggetto (Esempio: Scie delle macchine, fasci di luce, etc.) utilizzerò dei tempi di scatto molto lunghi.

ISO: L'ultimo concetto invece riguarda come abbiamo detto la sensibilità del sensore alla luce, qui il problema sta tutto nella qualità del nostro sensore. Se dobbiamo scattare di giorno gli ISO andranno tenuti al minimo, di notte invece andremo ad aumentare questo valore per potere tenere i tempi di esposizione più alti e quindi ridurre l'effetto mosso.

Cosa c'entra la qualità del sensore ? Semplice, con i sensori di bassa qualità aumentando gli ISO dell'immagine andremo ad aumentare il rumore delle foto stesse ovvero la quantità di disturbo rappresentato da dei puntini luminosi in uno scatto. Quindi spesso conviene tenere gli ISO bassi per avere una maggiore nitidezza nelle foto. Questo però dipende dalla conoscenza della nostra macchina, col tempo impareremo a conoscerla.

A seconda quindi della situazione che avremo davanti, ora dovremmo essere in grado di capire come comportarci e come regolare la macchina.

Il mio consiglio è di utilizzare la modalità manuale e sbagliare un milione di scatti. Solo così riuscirete ad imparare. 

Alla prossima . . .

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